Per una politica dello spazio
Come viene prodotto lo spazio urbano?
Quali sono le conseguenze di questa produzione?
Qual’ è il ruolo delle amministrazioni?
Qual’ è il ruolo dell’urbanistica?
Qual’ è il ruolo dei cittadini?
Il tentativo è quello di rispondere a queste domande attraverso pratiche urbane condivise, in modo che tutti i cittadini siano coinvolti in un percorso collettivo di crescita civile e sociale radicato a scala urbana, percorso che non deve rimanere confinato alla sfera sociale ma avere un suo corrispettivo nella trasformazione dello spazio fisico della città.
“[Il diritto alla città] significa il diritto dei c_i_t_o_y_e_n_s_-_c_i_t_a_d_i_n_s_, e dei gruppi che essi costituiscono […] a essere presenti su tutte le reti, su tutti i circuiti di comunicazione, di informazione, di scambio. […] Escludere dall’«urbano» i gruppi, le classi, gli individui, equivale a escluderli dal processo di civilizzazione, se non dalla società. Il d_i_r_i_t_t_o_ _a_l_l_a_ _c_i_t_t_à _legittima il rifiuto a lasciarsi escludere dalla realtà urbana da parte di un’organizzazione discriminatoria e segregativa. […] Il diritto alla città significa allora la costituzione o la ricostruzione di un’unità spazio-temporale, di una riconduzione ad unità invece di una frammentazione” (1)
Griglia d’intervista – Policy maker (2)
Griglia d’intervista – Residente (2)
(1)”Il diritto alla città” Henri Lefebvre
(2) “Gli spazi della povertà, strumenti d’indagine e politiche di intervento” a cura di Enrica Chiappero Marinetti, Stefano Moroni, GianPaolo Nuvolati.